Uno dei problemi della società del benessere è lo spreco alimentare; la tendenza è quella di buttare il cibo scaduto.
Non tutto il cibo scaduto si deve buttare, se adeguatamente conservato resta commestibile anche molti giorni o mesi dopo la data di scadenza.
Ciò che è importante è saper leggere l’etichetta e imparare la distinzione tra termine minimo di scadenza (dicitura “da consumarsi preferibilmente entro”) e data di scadenza (dicitura “da consumarsi entro”).
I cibi freschi riportano tendenzialmente una scadenza perentoria, ma le uova – per esempio – possono essere consumate fino a una settimana dopo la scadenza, mentre lo yogurt fino a 10-15 giorni dopo la scadenza. Per prodotti a lunga conservazione, come pasta, olio, sale, zucchero, spezie, succhi di frutta, acqua. Vino, aceto, conserve la scadenza è un’indicazione di qualità più che di sicurezza e il cibo può essere consumato anche fino a due mesi dopo la data di scadenza indicata.
La regola generale, tuttavia, prima di consumare un prodotto è di controllarne il colore, l’odore e la consistenza prima di mangiarlo e di assaggiarne un poco. In ogni caso, il cibo scaduto può essere consumato in preparazioni che prevedono cotture.